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Regimi ipoproteici

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In un normale regime dietetico, il consumo di prodotti proteici apporta proteine nobili (es. da carne, pesce, uova e latte) e proteine non nobili (es. da pane, pasta e biscotti). In particolari condizioni è necessario contenere parzialmente o totalmente l’apporto proteico (soprattutto di proteine non nobili).

Seguire una dieta ipoproteica non deve comportare una rinuncia alle proprie abitudini alimentari o a piatti gustosi: oggi è disponibile un’ampia gamma di prodotti aproteici con i quali è possibile preparare piatti squisiti conservando il gusto della buona cucina.

Seguire una dieta ipoproteica non significa seguire una dieta povera, ma solo ridurre il contenuto di proteine e sali minerali.

Per i pazienti che necessitano un regime proteico ridotto, PIAM propone la linea di prodotti aproteici Medifood caratterizzati da un contenuto di proteine inferiore a 1g per 100g di prodotto.

La dieta aproteica è adatta a pazienti affetti da:

  • Insufficienza renale cronica (IRC): pazienti in terapia conservativa, in predialisi e in post-trapianto

Nella IRC l’alimentazione ipoproteica è utile per raggiungere/aumentare la quota calorica e non incidere sul carico renale dei soluti, ritardando la dialisi e controllando altre complicanze dovute dall’IRC (ipertensione, malnutrizione, etc).

Il Paziente IRC può quindi:

  • Ridurre l’apporto proteico, per non affaticare la funzione renale;
  • Gestire l’apporto calorico per raggiungere o mantenere il peso ideale;
  • Limitare l’assunzione di sodio, fosforo e potassio.
  • Malattia di Parkinson (in trattamento con levodopa)

Nella Malattia di Parkinson la levodopa è il farmaco di elezione. I carrier che hanno il compito di trasportare la levodopa al circolo e dal circolo al cervello sono gli stessi atti al trasporto degli aminoacidi e pertanto una dieta a ridotto tenore proteico (e quindi di aminoacidi) migliora l’assorbimento della levodopa stessa, aumentandone l’azione clinica. Inoltre, in un’elevata percentuale di pazienti vi può essere una riduzione del quantitativo di levodopa, soprattutto quella assunta nelle vicinanze del pranzo a basso contenuto proteico. Studi recenti hanno dimostrato che regimi dietetici ipoproteici, nella prima parte della giornata, riducono i periodi “OFF” (di blocco motorio) giornalieri, migliorando la performance motoria del paziente ed il suo benessere.

  • Disturbi congeniti del metabolismo delle proteine (amminoacidopatie, disordini del ciclo dell’urea, acidosi organiche)

Nei disturbi congeniti a carico del metabolismo proteico, poiché è necessario limitare l’assunzione di proteine naturali, la dieta con prodotti aproteici è indispensabile per permettere una alimentazione varia, completa e corretta al paziente.

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