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Sostituti proteici a lento rilascio

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Diversi studi scientifici apparsi in riviste internazionali suggeriscono che la velocità di digestione delle proteine e di assorbimento degli aminoacidi abbia un importante effetto sul metabolismo delle proteine, perché condiziona il catabolismo proteico postprandiale.

In particolare, il lento assorbimento degli amminoacidi di proteine a lenta digestione, come la caseina, riduce il catabolismo proteico e l’ossidazione degli amminoacidi. Contrariamente, un assorbimento veloce, dato dall’assunzione di proteine a rapida digestione, come quelle del siero, favorisce il catabolismo proteico. Tutto ciò si traduce in un miglior bilancio azotato a favore delle proteine a lenta digestione rispetto alle proteine a rapida digestione.

Questo concetto è fondamentale nella gestione dietetica del paziente affetto da aminoacidopatie, acidurie organiche e difetti del ciclo dell’urea.

Piam con la sua linea nutrizionale specialistica MEDIFOOD, leader nel settore nutrizionale a sostegno delle malattie metaboliche rare, propone un approccio innovativo attraverso lo sviluppo di miscele amminoacidiche in una nuova forma farmaceutica, le microcompresse a lento rilascio, che sono in grado di offrire controllo e compliance.

La buona compliance delle microcompresse è garantita dalle ridotte dimensioni, dalla conseguente facilità di assunzione di una grande quantità di proteine equivalenti in un volume ridotto e dall’ottima palatabilità, ottenuta grazie al rivestimento con idrossipropil-metil-cellulosa.

Le microcompresse permettono il raggiungimento di un migliore status proteico grazie al lento rilascio degli amminoacidi in esse contenuti. Tutto ciò è possibile grazie all’applicazione di un particolare sistema tecnologico a base di sodio alginato: il sodio alginato, nell’ambiente acido dello stomaco, si trasforma in acido alginico, insolubile, e forma un coagulo, che ricorda quello formato dalla caseina. Il rilascio degli amminoacidi è ostacolato e pertanto rallentato.

Le microcompresse, rilasciando lentamente gli amminoacidi, riproducono gli stessi vantaggi delle proteine a lenta digestione, determinando un significativo miglioramento dello status proteico.

Questo è quanto osservato in uno studio prospettico randomizzato a 2 bracci condotto su 60 pazienti affetti da fenilchetonuria per 30 giorni. Nel gruppo dei pazienti che hanno assunto il sostituto proteico in microcompresse a lento rilascio è stato osservato un significativo miglioramento dello status proteico e una riduzione dei livelli di fenilalanina; il 72% ha ritenuto il prodotto migliore per palatabilità rispetto ai sostituti proteici convenzionali.

I risultati suggeriscono che l’assunzione di tale formula può contribuire a regolare lo status proteico e a favorire la sintesi proteica in maniera più equilibrata, grazie ad una maggiore preservazione del pool endogeno proteico.

La tecnologia che Piam applica alla sua linea di sostituti proteici Medifood offre significativi vantaggi ai pazienti affetti da malattie metaboliche ereditarie.

Noi di PIAM abbiamo il cuore in Italia, la testa nel mondo e lo sguardo costantemente orientato al futuro.

 

Bibliografia:

Boirie Y et al. Slow and fast dietary proteins differently modulate postprandial protein accretion. Proc Natl Acad Sci U S A. 1997 Dec 23;94(26):14930-5.

Bos C et al. Postprandial Kinetics of Dietary Amino Acids Are the Main Determinant of Their Metabolism after Soy or Milk Protein Ingestion in Humans, The Journal of Nutrition, Volume 133, Issue 5, 1 May 2003, Pages 1308–1315.

Dangin M et al. The digestion rate of protein is an independent regulating factor of postprandial protein retention. Am J Physiol Endocrinol Metab. 2001 Feb;280(2):E340-8.

Fouillet H et al. Absorption kinetics are a key factor regulating postprandial protein metabolism in response to qualitative and quantitative variations in protein intake. Am J Physiol Regul Integr Comp Physiol. 2009 Dec;297(6):R1691-705.

Giovannini M et al. Randomized Controlled Trial of a Protein Substitute with Prolonged Release on the Protein Status of Children with Phenylketonuria. J Am Coll Nutr. 2014;33(2):103

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